Il filosofo intello-parisien e la sciampista, perché alla fine vince lei Nelle librerie parigine è facile trovarlo in vendita a metà prezzo, destino dei libri regalati e poi restituiti. In quelle italiane da qualche giorno è possibile comprarne la traduzione, pubblicata da Gremese col titolo “Non il suo tipo” (165 pp., 13 euro), e chissà se incontrerà lo stesso destino. Potrebbe non essere un male: se un libro così personalistico e cerebrale, un’autofiction del bel tenebroso filosofo Philippe Vilain, un vero “romanzo intello-parisien” come lo definisce l’autore stesso, viene restituito da lettori indignati o sconcertati, ci sarà pure un motivo. Antonio Gurrado 07 LUG 2012
Buon compleanno all’“Ulisse”, finalmente popolare come lo voleva Joyce Quando la Shakespeare & Co. pubblicò l’“Ulisse”, il 2 febbraio 1922, Joyce gongolava perfido: “Ci ho messo dentro tanti di quegli enigmi che fra cent’anni gli studiosi staranno ancora cercando di risolverli”. Ne sono passati novanta e nel frattempo gli studiosi hanno intasato gli scaffali con tentativi più o meno arditi di sceverare ogni ambiguità del testo in un crescendo di erudizione e costo. L’agile guida del 1930, scritta da Stuart Gilbert sotto l’occhio vigile di Joyce stesso, costava molto meno del ponderoso “Allusions in Ulysses” del 1968, per tacere della miriade di volumi su specifici aspetti dell’opera il cui prezzo si attesta su quote proibitive. Antonio Gurrado 04 FEB 2012
Meglio la pièce di Castellucci di certe banalità sul Galilei e la chiesa Della reazione cattolica contro “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, la pièce di Romeo Castellucci ora in scena al “Franco Parenti” di Milano, hanno colpito i più evidenti errori di calcolo: da tempo lo spettacolo era in cartellone in Francia e troppo a lungo è parso che l’oggetto del contendere fosse il lancio di escrementi o bombe a mano – non incluso nella versione italiana – contro la gigantografia del “Salvator mundi” di Antonello da Messina. Antonio Gurrado 26 GEN 2012
Ti odio, calabrone Ultimo venne il calabrone. Una sera d’estate stavo guardando su Rai1 degli spezzoni di tv vintage col dito pronto sul telecomando nel caso in cui i montatori, dopo “Canzonissima” e “L’amico del giaguaro” e “Un due tre”, mi propinassero a tradimento Panariello (forse per insipienza, forse per crudele voluttà di dimostrare la decadenza dei tempi), quand’ecco che il bianco e nero si è fatto colore e dal giardino di delizie che custodiva Panelli e Vianello e Tognazzi e Gassman ho visto spuntare a mo’ di pianta carnivora il mezzobusto di Roberto Saviano. Antonio Gurrado 02 SET 2011
Leggere le liste di Saviano e capire tutto dei mutamenti genetici della sinistra Saviano non lo sa, ma la sua lista di cose per le quali valga la pena di vivere, infilata alla fine dell’introduzione al volume che raccoglie i monologhi di “Vieni via con me”, è il termometro esattissimo del mutamento genetico occorso alla sinistra italiana negli ultimi vent’anni. Saviano non lo sa perché nell’introduzione sbaglia clamorosamente la paternità culturale di questa lista, rifacendosi alla scena di “Manhattan” in cui Woody Allen, col registratore sul divano, elenca le ragioni “why life is worth living”. Antonio Gurrado 03 MAR 2011
Affossando il multiculti, Cameron risistema Londra (e Clegg) nel mondo I l più evidente effetto collaterale delle parole rivolte dal premier britannico, David Cameron, alla platea della Security Conference di Monaco, è la ricollocazione quasi prepotente della Gran Bretagna nel quadro delle potenze occidentali. Il primo ministro ha definito “the opposite of truth” il sospetto che la strategia difensiva del Regno Unito potesse portarlo a ritirarsi da un ruolo attivo sullo scenario internazionale, e non soltanto ha ribadito il proprio sostegno alla missione della Nato in Afghanistan, ma l’ha messo in diretta correlazione con la necessità per tutta l’Europa di non limitarsi ad agire contro il terrorismo islamico soltanto al di fuori dei confini patrii. Antonio Gurrado 13 FEB 2011
Il calcio sporco e cattivo Perfino in Inghilterra, generalmente restia ad ammettere i meriti altrui, i magazine specializzati hanno salutato con ammirazione la campagna italiana di Sky che presenta gli alter ego brutti dei calciatori più famosi sulle pagine dei giornali, sui manifesti 6x3, sugli schermi televisivi e perfino alla radio, dove non si vede nulla e bisogna mettersi d’impegno per capire chi è brutto e chi no. Antonio Gurrado 30 AGO 2010
Ma Cameron ce la farà o no? Probabilmente preferirà evitarlo, ma David Cameron potrebbe festeggiare i suoi primi cento giorni da primo ministro appendendo nel suo ufficio di 10 Downing Street la copertina con cui l’Economist celebrava l’evento due settimane fa. Cameron vi appariva di profilo in bianco e nero, sortendo un notevolissimo contrasto col fondo giallo paglierino e soprattutto con la cresta punk di capelli tinti coi colori dell’Union Jack che un fotomontaggio estremo gli sistemava in testa. Antonio Gurrado 29 AGO 2010
Sette luglio 2005 Londra ricorda gli attentati del 7 luglio del 2005 cercando di capire che cos’è oggi l’islam in Europa, provando a non inciampare nelle mezzelune e nei veli integrali. Il Times lancia l’allarme, rivela la presenza di cellule pericolose in territorio britannico, la London School of Economics ospita un forum mondiale su “interazione, adattamento e integrazione” delle minoranze islamiche. Antonio Gurrado 07 LUG 2010
Gli inglesi inventarono il calcio per la voluttà d’essere sconfitti Il calcio è uno sport semplice”, diceva Gary Lineker: “Si gioca undici contro undici e alla fine vincono i tedeschi”. Ci si potrebbe spingere oltre e dichiarare che gli inglesi hanno inventato il calcio ma non hanno ancora capito come si gioca. Le date parlano chiaro: la parola “football” è apparsa per la prima volta nel 1486 per indicare un gioco assimilabile a quello contemporaneo, in voga sotto il regno di Enrico VII. Antonio Gurrado 30 GIU 2010